lunedì 8 settembre 2014

Il Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato
di Rory Naismith

I lavori del Consiglio

Uno dei più prestigiosi e influenti corpi del regno è il Regio Consiglio di Stato. Il compito di base è quello di consigliare il re su come governare il regno, ma il Consiglio detiene un potere effettivo e può imporre veto in qualsiasi decisione venga presa. In pratica il re delega le responsabilità per le varie mansioni ai membri del Consiglio che si prende cura delle questioni per suo conto. Sono molte le possibilità di avanzamento politico per coloro che stanno nel Consiglio, che è colmo di un mix di favoriti del re, grandi nobili e qualche genuino ed efficace amministratore.
Tecnicamente il re può invitare chiunque a tutte le sedute, ma soltanto chi le frequenta regolarmente è un ministro. I ministri sono i soggetti incaricati nei dipartimenti coinvolti nella gestione del regno, come ad esempio finanza,  guerra e politica estera. Nel passato molti nobili importanti hanno partecipato al Consiglio semplicemente per via del loro rango e della loro posizione a corte (Charles II de la Dure, per esempio, a volte annunciava semplicemente che il Consiglio era in sessione mentre sedeva nel mezzo di una festa nel giardino del palazzo), ma, soprattutto grazie agli aiuti del cardinale Dumouriex, i partecipanti sono tenuti strettamente in basso numero, infatti a meno che il re non sia irremovibile, di solito riesce a dissuaderlo dall'invitare chiunque eccetto i ministri regolari, che sono obbligati a partecipare. È pienamente consapevole che lasciare molti altri individui all'interno del Consiglio potrebbe compromettere la sua posizione di potere. Invece preferisce lasciare che le varie fazioni lavorino attraverso i consiglieri, permettendogli di tenere sotto controllo gli affari o di provare a raggiungere l'orecchio del re mentre è fuori dalla camera del Consiglio. Dato che il re non è interessato a discutere di insipide questioni di soldi, governo e decreti quando non è al Consiglio, è molto difficile per gli altri nobili fargli ascoltare le proprie richieste. Tutta la corte conosce questo problema e sa bene che il cardinale Dumouriex ne è la causa. Non sorprendere che ci siano tanti grandi personaggi a corte che hanno seri rancori contro di lui, anche se finora nessuno ha osato tentare di ordire una trama o di allearsi per diminuire il suo potere.
Il cardinale ha molte spie all'interno e intorno al palazzo Oisillon, cerca con ansia qualsiasi cospirazione ed è pronto a fare qualsiasi mossa per prevenire una minaccia alla sua eminenza. Tutti gli altri ministri, comunque, sono profondamente coinvolti in reti di patronage e nelle fazioni a corte.

I ministri del Consiglio di Stato

Il Primo Ministro:
Normalmente non c'è un primo ministro, il re si prende più responsabilità o le delega a più persone. Comunque sotto Charles III il cardinale Dumouriex è arrivato ad avere un comando tanto vasto più di qualsiasi altro individuo del regno. Molto semplicemente è lui che governa il regno in nome di Charles, distribuendo compiti e responsabilità agli agenti reali e ai ministri. Molti di questi importanti compiti li tiene per sé e passa molte ore chino su registri e rapporti. Nonostante la sua immensa mole di lavoro sembra avere un'energia illimitata e si dice che non dorma ma che semplicemente dica una breve preghiera a Shallya. È un governatore inflessibile con una mente prodigiosa e con la capacità di lavorare a suo vantaggio in qualsiasi situazione. A volte ciò preclude che si faccia ciò che è più giusto per la Bretonnia. In pratica è lui che presiede i concili di Stato, stando al posto del re mentre questi è a caccia, sta dormendo o è impegnato in qualche altra graziosa faccenda. Anche quando Charles è presente, gli osservatori attenti notano il suo occhieggiare verso il cardinale prima di rispondere. Una potenza di questa portata è un fatto pericoloso e nel guadagnare e nel mantenere la sua posizione Dumouriex si è fatto molti nemici, non ultima la potentissima famiglia De Semblancy. La maggior parte del tempo del cardinale è speso tenendo a bada i De Semblancy e gli altri nemici politici, un compito che diventa ogni giorno più difficile.

Ministro delle Finanze:

L'odierno ministro delle finanze è Pierre Granvelle, secondogenito di Bernard Granvelle, ex governatore di l'anguille e capo di una potentissima fazione nobiliare. La posizione di suo figlio nel Consiglio è in gran parte dovuta alla ritrovata influenza della famiglia Granvelle, ma ancora più importante per il loro status è la loro comprovata abilità come amministratori, impiegati e uomini d'affari. Pierre non è un'eccezione, comunque si dice sia in possesso di un'affinità magica per i numeri, tanto grandi sono le sua abilità con l'aritmetica. È capace di realizzare in pochi secondi calcoli che richiederebbero ore a uomini istruiti, e non fa mai un errore. Ciò per lui è una seria questione di onore. Con tale misteriosa abilità per la gestione e la contabilità, è un dono che si è rivelata estremamente utile, dato lo stato confusionario delle finanze bretoniane. Tasse, debiti, esenzioni e pensioni si sono accumulate nel corso di secoli, così che oggi il sistema ha una complessità decisamente bizantina. La magia finanziaria di Pierre Granvelle è appena sufficiente per mantenere la solvibilità e qualsiasi spesa importante, ad esempio una grossa guerra, porterebbe in fretta l'intero sistema al collasso. Pierre è probabilmente l'uomo più occupato di palazzo Oisillon e può ritagliarsi poco tempo per sfilare nelle sale da ballo e nelle gallerie del gran palazzo. La maggior parte delle sue ore da sveglio le passa chiuso in una stanzetta con candela e penna d'oca. Le relazioni con gli altri membri del Consiglio sono buone, in particolare con il cardinale Dumouriex, che ritiene le abilità di Pierre veramente elevate. Infatti egli è uno dei pochissimi individui a cui il cardinale è disposto a dare fiducia, almeno in materia di finanza. Di conseguenza fintanto che sarà capace di dare al re e al cardinale ciò che loro desiderano per realizzare i propri vari progetti, Pierre sarà lasciato stare. C'è parecchia speculazione tra gli altri nobili a corte su cosa fa durante il suo tempo libero, Pierre Granvelle è bersaglio di molti scherzi irritanti ideati dai nemici della sua famiglia.

Ministro dell'Esercito e della Marina:

 Nel passato questo posto era normalmente occupato dal maresciallo di Bretonnia, che dopo il re è comandante di tutte le forze armate della nazione. Tuttavia, grazie soprattutto alle macchinazione del cardinale Dumouriex, il presente maresciallo (François de Semblancy, arcinemico del cardinale) non regge alcun seggio nel Consiglio di Stato. Il padre di François, Chlodion de Semblancy era ministro dell'Esercito e della Marina, ma sebbene so figlio fu nominato maresciallo dopo la sua morte, Charles II de la Dure scelse invece un nobile minore in apparenza sconosciuto, il barone Henri Merienne. Corrono diverse voci che il vecchio re aveva un qualche tipo di debito con Merienne per qualche incidente da giovani, secondo alcuni i due sono stati educati insieme e alcuni parlano di un orrendo segreto, la verità la conosceva soltanto Merienne. Qualunque cosa possa essere successa, Marienne morì nel 2511 CI, diversi anni dopo Charles II. Prima della sua morte il vecchio re deve aver parlato con suo figlio così che la posizione del barone non venisse contestata. Dopo la morte di Merienne, Charles III si dice abbia pianto di gioia e quindi di aver ordinato di prendere controllo delle camere del barone e bruciarne tutto il contenuto senza riguardo. Nessuno ha spiegato le ragioni di questo atto. Su suggerimento del cardinale Dumouriex, Charles III al posto di Merienne ha scelto il suo miglior amico, Louis Villeroi, allora diciassettenne. È stata una mossa scioccante e molti osservatori di allora mormorarono che la mossa segnava la fine di tutta la dignità e il rispetto nel Consiglio di stato e nella nazione intera. Tra quelli irritati dal cambiamento non è ultimo François de Semblancy, si dice che due suoi servitori siano rimasti uccisi prima che stemperasse la rabbia. La sua reazione non è totalmente ingiustificata. Villeroi, anche se notoriamente bello, non è molto brillante e si impegna con le dame e la vita di corte piuttosto che con gli affari militari. È un giovane sognatore abbastanza stravagante visto i suoi abiti a maniche larghe e la poesia sentimentale. Le origini di Villeroi sono avvolte nel mistero. Nessuno sa dire con certezza quando sia arrivato a corte prima di essere nominato al Consiglio di Stato e aver conquistato gli sguardi adoranti di re Charles. In effetti un qualcosa di etereo e nebulosa sempre seguirlo ovunque lasciando i suoi ascoltatori vagamente perplessi. La sua apparente ingenuità e insicurezza vanno molto bene al cardinale Dumouriex; c'è un individuo vicino al re meno  politicamente interessante di cui preoccuparsi, l'influenza di De Semblancy è decisamente limitata all'esercito che tiene strettamente sotto il suo controllo.

Segretario di Stato per gli affari esteri:

Dato che questa posizione è a tal punto importante per impressionare i dignitari in visita, il cardinale Dumouriex e il re sostengono il marchese de Frejus come segretario di Stato per gli affari esteri. Hubert de la Motte, capo degli Amboise e cugino del re svolge tale ruolo efficacemente. Tutti i visitatori del Palazzo Oisillon se ne sono andati con una memoria vivida dello splendore regio. È stato nominato da Gontrand, duca de Gascogne, durante la sua reggenza. Di sicuro la sua elevazione è legata al nepotismo (Gontrand era il padre di Hubert, quando fu scelto come segretario per la prima volta nel 2507 CI Hubert aveva solo ventuno anni), ma con la sorpresa di tutti il giovane meridionale si dimostrò altamente adatto per la sua posizione.
Il prestigio internazionale di Bretonnia è costruito sulle buone capacità organizzative di Hubert de la Motte molto più di quanto la gente creda. Grazie a lui Charles III de la Tête d'Or gode di una reputazione tra le più alte tra i monarchi del Vecchio Mondo. D'altra parte qualcuno l'ha presa nel modo sbagliato e vede la nobiltà bretoniana come decadente e dispendiosa. Che questo sia vero o no non è una cosa che preoccupa Hubert, egli continuerà ad allestire le più eccitanti e meglio organizzate feste fintanto che si occuperà del ministero. Eppure le sue responsabilità non si esauriscono con le occasioni diplomatiche, è anche gravato dall'incalzare dalle comunicazioni che vanno e vengono coi capi di Stato stranieri. In questo frangente egli dà prova di essere ben più sottile, ha una solida conoscenza sia del classico che del bretoniano, così come un'avanzata capacità nel tileano, estaliano e reikspiel, ha anche imparato un po' di elfico durante i suoi studi. Se c'è un pericolo che con Hubert è che forse è troppo bravo in quello che fa, e questo è l'intrico e la base quasi illusoria sulla quale regge  la reputazione internazionale di Bretonnia (Hubert è stato piuttosto ottimista nella sua descrizione degli eserciti bretoniani, delle sue fortezze e della sua ricchezza) potrebbe andare in frantumi a causa di un passo falso. Allo stesso modo Hubert è veloce a prendersi antipatie e sparare sentenze che, sebbene di solito basate su incisive e accurate osservazioni  (a volte un po' troppo accurate), possono suscitare risentimento in coloro che vengono offesi. Per molti egli si presenta semplicemente come un arrogante e un dissoluto; sono vere entrambe le cose, ma è pericoloso dimenticarsi che ha anche molti legami, è spietato, intelligentissimo e dotato di molti talenti celati alla vista.

Segretario di Stato ai dispacci:

Al momento questo posto è occupato da Nicholas Fouquet, conte de Sarlat. È stato nominato nell'ultimo anno del regno di Charles II, pare come compromesso con François de Semblancy, il duca de Lyonnais, Maresciallo di Bretonnia, che non occupava il Ministero dell'Esercito e della Marina durante i tempi del potere di Henri Merienne, ma sia il duca che il re erano convinti che la potente e distinta famiglia dovesse avere qualche potere al Consiglio di Stato. D'altra parte François non se la sentiva di abbassarsi a occupare qualsiasi posto diverso da quello di Ministro dell'Esercito e della Marina, di conseguenza il re accettò tacitamente la scelta del duca di Nicholas Fouquet, uno dei suoi clienti e uno dei cugini dei de Semblancy.
 Charles III ha rispettato la scelta di suo padre e non ha fatto niente per contestare la posizione di Fouquet. François de Semblancy era, comunque, sconvolto quando il posto che aveva sperato di guadagnare (il Ministero dell'Esercito e della Marina) fu preso da Louis Villeroi, costringendolo a lasciare il noioso Fouquet come unico mezzo per guadagnare potere al Consiglio di Stato. Il ministro è famoso per la sua personalità volubile, con la voce grossa, l'andatura spavalda e una propensione a sbraitare e a picchiare i villici. Eccelle nel gioco e nella caccia e ha provato in molte occasioni di essere capace di reggere una quantità enorme di alcolici prima di collassare. Il duca de Lyonnais non conosceva personalmente Fouquet quando fu nominato al posto, egli cercava qualcuno preciso e, sperava,  facile da comandare. Fouquet non è esattamente quello che cercava. Non che non si sia preso niente a cuore arrivando a palazzo, semplicemente tiene molto di più al cibo, al bere e al divertimento, lasciandosi poco tempo per il vero lavoro. François de Semblancy spesso ha un crollo nervoso cercando di mettere Fouquet a fare ciò che gli viene richiesto e per portare con certa urgenza una questione al Consiglio di Stato. Ha considerato molte volte di eliminare Fouquet dal Consiglio, ma sa che prima di tutto il cardinale Dumouriex bloccherebbe qualsiasi mossa poiché apprezza di avere il poco furbo Fouquet al Consiglio. Lui, i suoi agenti e Pierre Granvelle gestiscono la maggior parte della corrispondenza reale importante, limitando l'influenza di de Semblancy. Anche François riconosce che, dovessero buttare fuori Fouquet dal Consiglio, egli troverebbe quasi impossibile portare un altro dei suoi clienti al Consiglio a causa della presenza del cardinale. Così l'esasperato e spesso furente de Semblancy spesso si ritrova invischiato in ardenti discussioni con Fouquet nel tentativo di stimolarlo verso qualche tipo di attività utile.

sabato 6 settembre 2014

Nobiltà e Palazzo Oisillon - Il sistema del Patronage

Il sistema del Patronage
di Rory Naismith

Il potere della nobiltà


In Bretonnia il potere politico è concentrato nelle mani della nobiltà; un vasto corpo si aristocratici spesso decadenti che dominano il paesaggio del regno. Virtualmente l'intero paese è sotto la guida di un nobile o un altro, eccetto alcune città e le poche regioni sotto giurisdizione clericale.
Il potere aristocratico in Bretonnia deriva da una cosa sola: la terra. Coloro che possiedono la terra hanno il potere, e dal momento che è la nobiltà a possedere ancora la maggior parte della terra, costituisce il più importante gruppo del paese.
Ai tempi della prima conquista e insediamento in Bretonnia circa 1500 anni fa, i re dovettero fondare la loro autorità mettendo grandi guerrieri e magnati in carica nei territori appena conquistati. Questi governatori dovevano essere tosti e sicuri di sé per poter proteggere i popolani dai molti nemici che continuavano a strisciare negli angoli più tenebrosi del paese. Gli ordini minori, sia i popolani che gli altri nobili, fecero giuramento di fedeltà e servizio ai signori locali in cambio della loro protezione. Da questo costume sorse il sistema feudale e, infine, il moderno Patronage.

All'inizio i governatori regionali tenevano il potere direttamente dal Re, ma negli anni i titoli e le reggenze divennero ereditari ed, eventualmente, più o meno indipendenti dall'influenza regia. Per molto tempo (da circa 1300 anni fa a circa 300 anni fa) la nobiltà regionale regnava incontrastata nei propri domini, con molti grandi gruppi famigliari moderni come i De Semblancy che acquisirono rilevanza in questo periodo. A partire da circa l'anno 2100 C.I., comunque, la corona iniziò a reclamare per sé molto del loro potere nelle province utilizzando la persuasione e l'intrigo tanto quanto il freddo acciaio per dominare i recalcitranti ducati e contee. Il lento processo di restaurazione del potere regio era lontano dal suo completamento, con la nobiltà che continuava ad essere estremamente ricca e importante, allo stesso tempo restavano parecchio volenterosi nell'intraprendere azioni contro la corona, sebbene l'aperta disobbedienza fosse rara. In generale Charles III de la Tête d'Or è lontano dall'avere un grande potere sulla sua terra e sulla nobiltà, rispetto ad esempio a quello che l'Imperatore ha sull'Impero, e di solito conta sui nobili da portare alla sua causa, solo se sperano di guadagnare favore reale. È attraverso i nobili che Charles può radunare eserciti e raccogliere molte delle sue tasse dalle province: qui il potere regio non è ancora abbastanza radicato da sorpassare i loro antichi privilegi.
A Bretonnia ci sono più di mille famiglie nobili, una gamma enorme di ricchezze e potere dai più impoveriti dei cavalieri aggrappati disperatamente alle loro decadenti proprietà, fino agli abbondanti e opulenti magnati, capi delle più grandi famiglie del paese come ad esempio i De Semblancy ed i Capucinet. Nel mezzo stanno molti diversi gradi di nobiltà regolati dai titoli di Duca, Conte, Visconte e similari, dando un'idea generale di posizione aristocratica. Tanto per rendere la questione un po' più complicata, molti dei più grandi nobili reggono più di un titolo e di una proprietà; alcuni dei più importanti dovrebbero tenere una dozzina di titoli che offriranno ai parenti come favore.

I gradi più elevati del clero sono anch'essi sotto dominio dei nobili, è comune per i figli più giovani di un nobile entrare in uno dei vari sacerdozi mentre all'erede resta il controllo delle terre ancestrali; in questo modo enormi blocchi di potere che vanno dalla sfera spirituale a quella materiale vengono costituiti dalle avide casate. In particolare i Cardinali sono quasi sempre di discendenza nobile; le loro preoccupazioni sono troppo spesso più politiche che teologiche, ma soltanto questi possono meritare abbastanza denaro e supporto da essere in grado a vincere le "elezioni" per queste influenti cariche. Forse l'esempio più calzante di questa duratura tradizione è Henri Armagnac Dumourieux, Cardinale della Chiesa di Shallya, Primo Miniastro e attualmente l'uomo più potente di Bretonnia dopo il Re.

L'Organizzazione della nobiltà

Patronage: Il Patronage non è un concetto nuovo tra la nobiltà bretoniana. In un modo o nell'altro esiste da almeno 1500 anni, ed è sorto dal sistema istituito dai primissimi sovrani al fine di mantenere una parvenza di ordine nella turbolenta società del periodo. Comunque uno dei maggiori cambiamenti ha avuto lungo nel corso degli ultimi trecento anni, il potere e il prestigio della monarchia sono cresciuti. Adesso i più grandi nobili combattono per il favore della Corona così come gli uni contro gli altri.
Il Patronage essenzialmente consiste in nobili di basso rango (clienti) che accettano di servire una famiglia nobiliare superiore. In cambio del loro supporto militare e politico, la famiglia più grande (patrona) concede favori e protezione ai propri clienti, che possono avere la forma di denaro, terre, ruoli di governo, prestigio a corte o un matrimonio vantaggioso. I termini patrono e cliente sono usato raramente in pubblico, poiché riferirsi direttamente a qualcuno come vassallo di qualcun'altro è un affronto all'orgoglio che esiste in tutti i livelli della società bretoniana. Comunque l'interno sistema è nella maggior parte dei casi tacito, basato su legami di sangue e onore (i giuramenti sono tenuti in serissima considerazione dai bretoniani, e accusare qualcuno di rompere una promessa è fonte di profondo oltraggio). In ogni caso i documenti che stipulano accordi stanno diventando più comuni col lento crescere della classe burocratica. Le importanti transazioni terriere, i matrimoni e altri affari oggi vengono di norma affidati a uno scritto sigillato da numerosi testimoni, ma molti dei nobili più tradizionalisti (che, dato il conservatorismo di Bretonnia sono in maggioranza) preferiscono ancora il "tocco personale" e il grande senso di controllo offerto da una promessa verbale diretta. I popolano, che sono perlopiù illetterati, hanno paura e timore reverenziale nei confronti delle scartoffie, viste come un altro trucco dei nobili e dei proprietari territori per dare il meglio di sé; malgrado questo, ogni volta un contadino è forzato in un qualsiasi accordo importante, se possibile otterrà sempre una registrazione scritta delle condizioni per accrescere la propria posizione tra i vicini, non importa il fatto che soltanto molto raramente sa qualche cosa riguardo a cosa dice il documento.

Il Patronage e la guerra: La natura del Patronage dice che quando il guanto è stato lanciato e le grandi famiglie scendono in campo, il conflitto si estende lontano oltre i propri parenti e terre, trascinandosi in vaste porzioni di territorio lungo Bretonnia diventando una sanguinosa guerra civile, a volte col Re che non ha virtualmente alcun controllo sulla questione. Nel passato le grandi armate ducali vagavano bruciando e razziando impunite, mentre i regnanti erano appena in grado di raccogliere gli uomini per presidiare i loro castelli contro i razziatori. La situazione per la corona a un certo punto lungo i secoli migliorò, ma sebbene Charles II de la Dure provò a mette in pratica una risoluzione non militare per placare la lite (solo per pre
servare le risorse militari per le sue personali campagne all'estero), altri re prima di lui assunsero una posizione più accomodante che permise agli aristocratici dominanti di spendere queste energie in faide gli uni contro gli altri e non contro la corona. Ci sono dozzine di regioni in tutta la nazione che sono state devastate da queste "petites guerres", e in una di queste famose lotte nel 2379 C.I. la città di Quenelles fu rasa al suolo dal fuoco quasi interamente durante le rivolte causate dai nobili in lizza per il potere.
Il Patronage più costruttivo è una rete di nobili e di loro dipendenti che forniscono l'ossatura delle forze militari e delle spedizioni del Re. Gli stendardi della nobiltà formano la spina dorsale dello schieramento bretoniano, col Re che ancora gode l'antico diritto di ordinare alla nobiltà di assisterlo durante la guerra portando i loro seguiti sul campo a suo nome. Comunque, se una campagna appare particolarmente ardua, i nobili chiederanno un qualche tipo di favore extra dal Re in cambio dell'impegno del grosso delle loro forze. Ciò potrebbe essere l'esenzione dalle tasse per quell'anno, o forse il controllo su tutto ciò che conquista in seguito alla campagna.

Apprentissage: I nobili bretoniani sono introdotti al sistema del Patronage fin da tenera età. I figli, e in particolare gli eredi, vengono di norma spediti nelle famiglie dei patroni per l'apprentissage nelle arti della guerra e della vita elegante; cioè a cacciare, lottare, giocare, bere e gozzovigliare, tra le altre seducenti attività. Un'altra ragione per l'apprentissage è quella di instillare il rispetto e la lealtà verso il patrono (dato l'immenso valore che i bretoniani ripongono nella tradizione e nella continuità), che spesso conta di più di quella dovuta al Re, ma pochi nobili immaginano questa eventualità, così non hanno problemi nel servire sia il Re che il patrono in maniera diligente. Negli anni recenti sono sorte alcune situazioni nelle quali questi due sistemi ideali sono entrati in conflitto, e se lo facessero i fondamenti basilari della società bretoniana sarebbero scossi nelle loro fondamenta. Una crisi del genere nacque durante l'Affare della Vergine Solitaria, sulla disputa riguardo l'eredità di Jeanne de Beaumanoir nel 2234 C.I., che portò all'aperta ribellione contro il Re l'allora potente famiglia Mignon, facendo nascere una lunga e aspra guerra civile lungo la Bretonnia orientale. Bourgon reca ancora le cicatrici di tale conflitto, e le terre di Beaumanoir sono tutt'oggi motivo di costernazione.

Le classi inferiori e il patronage: Non soltanto la nobiltà partecipa ai benefici e alle insidie del sistema del patronage. I vassalli di ciascun membro di una rete clientelare se ne concedono una versione in scala inferiore. Per esempio i contadini sulla terra di un signorotto si aspetteranno i favori e il supporto dal proprio proprietario terriero, che in cambio riceverà aiuto dalla nobiltà locale. C'è moltissima rivalità tra coloro che stanno su un piano di parità che litigano e complottano per privilegi minori e vantaggi da quattro soldi.
I contadini mendicano con servilismo esenzioni e diritti per avere più terra, i gentiluomini si sforzeranno per accaparrarsi un legame di sangue col livello più basso della nobiltà.
Il sistema funziona perché entrambe le parti hanno bisogno delle altre per mantenere la loro posizione odierna e per competere coi propri simili. I signorotti si affidano alla buona volontà dei propri locatari per mantenere la fornitura di beni e denaro che garantisce il favore della nobiltà. Più semplicemente: i giuramenti e i servizi di patronage cementano la società bretoniana.
 È difficilissimo per chiunque avanzare di ceto, o almeno è difficile farlo con semplicità. Dal Re con mandato divino fino al più basso servitore, ognuno è assegnato al proprio compito e vi si deve attenere. Molto semplicemente il tentativo di cambiare questo ordine è una sfida diretta a un sistema sociale accettato e al senso di decoro civile. Chiunque abbia pretese di grandezza è fortemente disapprovato, umili contadini o mercanti con tali ambizioni sgradevoli si possono aspettare di venir messi a morte o se sono fortunati mandati come schiavi alle galere. La mobilità sociale è quindi rara e difficoltosa. Quasi tutti considerano la tradizione e la coerenza aspetti essenziali della vita. Chiunque sconvolge il sistema suscita profonda sfiducia e sospetto. Altresì eguagliare i migliori è il passatempo preferito su tutti i livelli della società: i contadini discutono su quale cavoli sono più grandi e chiedono alla piccola nobiltà locale di arbitrare le dispute, mentre i Conti cercano di costruire i castelli più elaborati.
Accademici, professionisti e maghi nelle città e nelle università bretoniane contano sulla lealtà dei propri clienti come una sorta di patronage e servirsi altrove è visto in modo più simile a un insulto anziché no. Lavori importanti e grandi pubblicazioni hanno anche bisogno di investimenti su larga scala a favore dei patroni ricchi, tipicamente gilde e nobili che desiderano inserire il loro nome sull'ultima e più illustre conquista culturale. Violente contese hanno luogo perché studiosi e artisti in competizione cercano di dimostrare l'importanza del proprio progetto o si oppongano ad altri.

Il patronage si estende anche alle classi urbane di Bretonnia, che lavorano nel loro piccolo (spesso molto arrogante) mondo isolato dalla maggioranza rurale. I boss della malavita hanno reti clientelari di scagnozzi, mentre importanti famiglie di mercanti borghesi tengono i commercianti minori nelle proprie mani e possono a loro volta tentare di entrare nelle file della gentry o dell'aristocrazia. Malgrado la loro ricchezza derivante dal commercio, questi mercanti continuano a vedere la nobiltà e il possesso della terra come il vero lasciapassare per il potere e il prestigio a Bretonnia, e hanno ragione. La ricchezza derivata dal commercio è insicura e viene disprezzata dalla nobiltà onnipotente. Chi ha reso realtà il sogno dell'acquisto di terra è conosciuto come "noblesse de robe", e attira il disprezzo dei membri consolidati della classe superiore dei proprietari. Il vero atteggiamento dell'aristocrazia nei confronti delle elite urbane è ambiguo, comunque, coi molti nobili che stipulano trattati coi mercanti e con le gilde per la regolazione del commercio e la fornitura di materia prime, il profitto è da entrambe le parti. Il coinvolgimento in qualsiasi tipo di commercio è visto come "gauche" dalla nobiltà, tali coinvolgimenti sono organizzati in modo molto discreto e raramente discussi. I mercanti comunque si riempiono di moltissimo orgoglio nell'avere relazioni con persone di alto lignaggio.  L'incapacità dei membri più umili della società urbana di guadagnare qualsiasi tipo di patronage spesso porta a disordini in città. Semplicemente non hanno niente da offrire al resto della società a parte una bocca in più da sfamare, o se va meglio, un pugno e un grido in più nella folla. Di conseguenza per un grande attore cittadino è molto facile riunire enormi folle di clienti a breve termine attraverso offerte di cibo o lavoro.
Va ricordato che il patronage esiste non come via per affermare la gerarchia esistente coi legami delle differenti classi attraverso giuramenti di servizio e lealtà totale, non è un mezzo di scalata sociale. La gente può uscire dal proprio posto all'interno del sistema solo con grande difficoltà e la maggior parte delle persone ne sta fuori per restare dov'è, in relativa pace e comodità. Questo fondamentale rispetto per la sicurezza è una tradizione consolidata e una strutturata ben definita che domina la società bretoniana.

Cambiare bandiera: È possibile che la fedeltà di qualcuno cambi da un patrono a un altro, e i patroni sono ugualmente capaci di ritirare i propri favori ai clienti. Comunque, a meno che non si tratti di circostanze davvero insolite, cambiamenti di sorta sono comuni solo ad altissimi livelli, dove le famiglie più potenti della terra lottano (spesso con violenza) per il dominio di importanti eredi, città e palazzi, o per le attenzioni del sovrano. Più in basso nella gerarchia sociale cambiare bandiera senza una buonissima ragione è visto negativamente, come fosse un tradimento, una rescissione di un giuramento o il non adempire ai doveri che ci si aspetta da ognuno.
Per i contadini, non stupisce, faticano più degli altri a cambiare patrono. La gentry e i nobili locali possono solitamente condurre forze giudiziarie soverchianti per tenere sotto ogni contadino che crede di avere sufficiente risentimento da desiderare di diventare cliente di qualcun'altro. La paura e un innato conservatorismo rendono rari questi casi. In ogni caso a volte il potenziale nuovo patrono offre il suo aiuto legale al processo per un aspirante nuovo cliente, con grandi dispute che si svolgono nei tribunali locale per il controllo di un territorio fertile o comunque desiderabile. Complicazioni, ambiguità e antichi bizzarri precedenti rendono tutti i casi di questo tipo estremamente interessanti, così vengono seguiti da vicino da chiunque sia del posto.
Di frequente si lascia il patronage di certe fattorie o terre ad altri, col risultato della frammentazione dei beni e il cambiamento nella rete clientelare. Infatti è in questa materia che si vedono le più importanti differenze tra i popolani liberi e i servi o villani. I popolano liberi sono coloro che lavorano la propria terra ma la tengono in feudo da un proprietario o un nobile, e sono, almeno in teoria, liberi di scegliersi un altro patrono se hanno da lamentarsi di qualche cosa. Questi individui hanno uno stato leggermente superiore all'interno dei tribunali. I servi, invece, coltivano la terra posseduta direttamente da un nobile o un signorotto e praticamente non hanno alcun diritto o libertà di cambiare la loro fedeltà o anche di lasciare le terre del proprio signore. Possono essere venduti, comprati o dati via impunemente dal loro padrone , sono considerati soltanto poco più che veri e propri schiavi.

L'estensione del patronage: Il paesaggio bretoniano è dominato dalle reti patronali, chiunque, in ultima analisi, è fedele alla persona direttamente sopra di lui. Generalmente si tratta di un modello geografico, con una grande famiglia che tiene grandi appezzamenti sia privati sia terre dei nobili vicini sotto patronage regio, che nonostante i recenti secoli di dissoluto favori e concessioni resta sempre il patrono più ricco e potente del paese. Il re non ha soltanto enormi possedimenti nel dominio reale (i più in Breton), ma riceve anche i pagamenti delle tasse da tutta la nazione (può esonerare dai alcuni o da tutti i tributi, è un privilegio comune garantito alle città e ai nobili più importanti).

Donne e patronage: Il ruolo delle donne all'interno del sistema è incerto. Nel suo insieme la società bretoniana è molto maschilista e lo stato legale delle donne è assai inferiore a quello degli uomini.
Ai sensi delle leggi bretoniani più antiche e fondanti è proibito che si erediti terra attraverso linea femminile, le donne non possono votare nelle elezioni cittadine e anche in molti altri aspetti le donne si trovano davanti a una strada in salita. Comunque, se non c'è altra alternativa la legge a malincuore rispetta il passaggio della terra per linea femminile, anche se si prevede che ella si risposi e la terra passi a suo marito e in seguito ai suoi figli. Nonostante questo ci sono stati molti casi nel passato di donne forti e ostinate che hanno affrontato e battuto qualsiasi cosa che la società maschilista gli abbia gettato contro. Gli uomini di Bretonnia hanno un sano rispetto per l'ira nascosta e per le abilità persuasive del gentil sesso, non è raro per uomini molli rinunciare ai loro diritti legali sotto lo sguardo austero della propria moglie o madre.




Un esempio di patronage

In seguito è descritto una tipica catena di patronage, essa mostra come i più banali contadini siano eventualmente legati al re nello schema complessivo della società.
In fondo al mucchio c'è Jacques Morin, un piccolo contadino libero che vive nelle Flandres, nel piccolo villaggio di Bois l'Ortui, la sua terra è appena sufficiente per mantenere sé stesso, sua moglie e i suoi sette bambini in modo confortevole. Al momento sta chiedendo al suo patrono diritti per diventare guardiano della sua parrocchia, un posto che gli garantirebbe alcuni piccolissimi ma competitivi e ricercati privilegi sopra i suoi vicini, come ad esempio il potere di rimuovere le recinzioni fastidiose, come quella che sconfina nel suo campo a nord.
Sopra di un gradino sta Lucien d'Ivressy, il proprietario terriero locale e membro della gentry. Diversamente dalla nobiltà, la gentry ha bisogno di essere parte attiva nella gestione delle terre per fini economici, la loro esistenza è ben l'ungi da essere sicura e confortevole come quella della nobiltà. Tuttavia essi custodiscono gelosamente il benessere e il potere che gli sono concessi dal proprio status elevato. Lucien controlla cinque villaggi nelle Flandres, incluso quello dove abita Jacques Morin, Bois l'Ortui. Anche se ormai è sulla sessantina ed è troppo suscettibile al freddo per avventurarsi fuori dalla sua abitazione fortificata eccetto che in estate, Lucien si assicura che le sue terre vengano gestite in modo rigoroso e in generale con efficienza. I suoi balivi sono noti per essere intransigenti e pronti coi pugni.  Proprio come egli riceve richiesta da Morin per piccoli vantaggi, Lucien è in egual modo desideroso di premere per gli interessi della famiglia d'Ivressy su coloro che stanno sopra di lui. La genealogia è il suo passatempo preferito (dichiara di essere capace di tracciare un legame, tenue, con la famiglia reale, sarà orgoglioso e spiegherà volentieri il legame a chiunque abbia qualche ora libera). Oggi la sua preoccupazione principale è il matrimonio di suo figlio Armand. Spera di avere la mano della figlia del suo patrono per promuovere la linea di sangue e, si spera, il potere della famiglia d'Ivressy.
Il Barone Antoine Romier de l'Estat è il patrono nobile che ha la fortuna di essere soggetto alle attenzioni di Lucien. Romier è soltanto un nobile minore che possiede circa una mezza dozzina di clienti dello status gentry e una assai vasta (anche se, va detto, non ben gestita) tenuta personale. In generale Romier è troppo occupato con fatti d'onore e di corte per preoccuparsi in prima persona delle piccolezze come la gestione della terra. Tale oneroso compito è lasciato ai suoi amministratori. Una volta a settimana Romier si siede per un pomeriggio di udienze coi propri clienti e fittavoli ascoltando suppliche e rimostranze. Normalmente si annoia da matti dopo circa un'ora e mezzo ed è costretto a rinviare il procedimento a causa del mal di testa. Egli ha un gran numero di figli, cinque dalla sua sposa odierna Marie (è la terza) e almeno undici da varie femmes de la nuit nelle città e nei villaggi di tutta la Bretonnia, uno o due dei quali sostiene con vitalizi che elargisce ogni tot mesi. Il quasi costante lecchinaggio di Lucien d'Ivressy lo diverte e lo irrita, egli è certamente il più obbediente ed efficiente dei suoi clienti, gareggia apertamente per presentarsi coi tributi più scelti nella speranza dei più grandi omaggi e dei più lucrosi favori. Quello che Romier non ha detto a d'Ivressy è che ha già trovato una sfilza di mariti per le sue tre figlie. Pianifica però di tenere Lucien e Armand sulle spine il più a lungo possibile per garantirsi un miglior servizio.
Il patrono di Romier è il potentissimo cardinale Henri Armagnac Dumouriex, consigliere principale del re e leader di una fazione di corte molto solida. Tuttavia, Romier in questo caso è uno tra una grande folla di nobili che sono in debito verso il cardinale, infatti è inusuale che non ci sia un altro livello di patronage tra un barone del livello di Romier e una figura come quella di Dumouriex. Ovviamente i rapporti diretti tra i due uomini sono rari, è improbabile che il cardinale si ricordi di Romier più che il nome, o forse il grado di contributo che è capace di fornire alla sua causa.
Sebbene Romier colga ogni opportunità che ha per visitare la famiglia del cardinale (che è posta nella Maison Verte a Couronne) e anche, una o due volte, la corte reale a Palazzo Oisillon, non è semplice spiccare in mezzo alla folla. In entrambi questi luoghi viene oscurato dai molti duchi, conti e nobili di rango maggiore che anche loro desiderano assicurarsi i favori del grande magnate. Ciò però non ferma i suoi tentativi, Romier nutre  ambizioni di garantirsi un'influenza diretta sul cardinale, di avere rapporti con la sua famiglia ed, eventualmente, concessioni di terra e posizioni dalla corona. Comunque che le abilità politiche del barone siano o meno all'altezza della situazione è completamente un'altra questione. soltanto una parola o un gesto inopportuni sono sufficienti per mettere fine a qualsiasi possibilità di avanzamento e possono sfociare in qualcosa di assai peggiore e di sicuro non da gentiluomini.
Il cardinale Dumourieux in teoria è cliente del re, dopotutto non c'è qualcuno di più potente di lui a cui rivolgersi. Le relazioni a questo livello non sono tanto differenti da quelle di livello più basso, i cambiamenti maggiori stanno nell'ampiezza delle azioni e delle decisioni prese. Ora non sono in gioco solo qualche tenuta e villaggio, ma intere province e migliaia di vite. Inoltre, il re stesso ritiene opportuno impegnarsi nelle questioni più vitali rendendo il suo patronage il più ricercato, ma pochi avrebbero il coraggio di premere apertamente per la propria causa davanti a Charles III, che è noto essere mutevole nei suoi stati d'animo.  Dumourieux è impegnato in un duro e spietato intrigo col re e con altre famigli nobiliari preminenti, è impegnato da decenni in trame ombrose e non ha remore nell'uso di mezzi subdoli per vincere e sorpassare i suoi più grandi rivali, in particolare la famiglia De Semblancy. Al fine di evitare che l'opposizione guadagni qualche vantaggio su di lui, il cardinale è obbligato a trascorrere gran parte del suo tempo a Guisoreux e a Palazzo Oisillon lasciando la gestione delle sue terre e i clienti al suo capace fratello maggiore Henri-Philippe. Il cardinale mantiene una grossa fazione a Palazzo Oisillon composta dai principali suoi clienti e da quelli di suo fratello. La composizione esatta di questa fazione a palazzo è in parte mutevole, con pochi compagni costanti di indubbia abilità e influenza che stanno accanto a compagni minori che prendono occasione per visitare la corte reale e alla fine raccolgono qualche avanzamento come ricompensa per il loro supporto. In cambio di questa partecipazione e aiuto politico il cardinale è capace di garantire benefici di natura finanziaria, organizzare matrimoni vantaggiosi e a volte presentare i propri candidati per importanti posizioni di governo.  La relazione del cardinale stesso col re viaggia su un livello più istintivo. La lealtà e il servizio al re sono impliciti, e dal momento che Dumourieux ha già una posizione di potere la sua principale preoccupazione è mantenerlo. Lui e i più grandi nobili vedono il re e le sue volontà come cose malleabili e aperte all'interpretazione, in parte perché Charles stesso di rado tratta direttamente con le persone sulle questioni di governo, quindi questi tendono a fare da soli per poi applicare queste azioni in una qualche interpretazione al doveroso servizio nei confronti della Corona, o persuadono il re a fare ciò che vogliono piuttosto che ciò che sarebbe meglio fare. In altri casi preferiscono dedicarsi ad attività più salubri, ma il senso fondamentale della lealtà alla Corona  che si trova anche ai livelli più alti della società impedisce la ribellione aperta, o almeno fino ad ora lo ha fatto. Nessuno ha mai goduto di tale rilievo e potere come il cardinale Dumourieux, o almeno nessuno con un passato oscuro quanto il suo. Nella sua ascesa al potere il cardinale ha fatto sorgere numerose lamentele che possono anche ritorcersi contro di lui.

Così, tutti, da re Charles II de la Tête d'Or fino a Jacques Morin sono uniti nella grande rete clientelare che compone le fondamenta della società bretoniana.

martedì 2 settembre 2014

Streghe a Bretonnia (Seconda Parte)

Maleficia

Maleficium è il nome che si dà agli atti magici malvagi perpetrati dalle streghe.
A parte l'evocazione e il vincolo dei demoni, la maggior parte dei Maleficia citati da parte delle streghe hanno una natura più contadina. Esempi tipici includono: far diventare acido il latte, danneggiare i raccolti, far venire il brutto tempo, lanciare maledizioni minori come le verruche e far morire gli animali.
Le streghe vengono anche accusate di creare pozioni da erbe e altre sostanze, che possono essere utilizzare per favori gli scopi della strega o per essere dati ai discepoli favoriti; pozioni d'amore usate per sedurre gli uomini restii sono gli infusi più comuni che le streghe sono accusate di produrre.
Molti dei testimoni chiamati durante i processi alle streghe porteranno evidenti prove di Maleficia (Tutta la mia mandria ha smesso di dare latte dopo che lei l'ha guardata! Beh, tre di loro, almeno).
Le streghe vere utilizzano frequentemente la magia oscura, ma sono molto più insidiose e ingegnose delle streghe delle leggende popolari. Non si concentrano sui campi o sulle vacche, e se lo fanno gli effetti sono molto più sottili e a lungo termine. Piuttosto utilizzano le loro magie e doni demoniaci per favorire gli interessi degli dèi del caos seminando dissenso e paura tra le genti.
Alcune non vanno nemmeno tanto lontano e utilizzano la magia soltanto per difesa e gratificazione personale. Per quanto riguarda unguenti e pozioni un gran numero di donne sagge nelle comunità rurali sanno come usare l'erbe e i rimedi tradizionali per preparare medicine  e, forse, una o due delle cosiddette "pozioni". Tuttavia la stragrande maggioranza di loro non sa utilizzare alcuna magia, di converso sono molto apprezzate essendo i loro rimedi altrettanto efficaci di quelli dei farmacisti e dei medici venduti a prezzi esorbitanti. Tuttavia la preparazione di qualche pozione o rimedio alle erbe può essere preso da chiunque come prova di stregoneria.

Idee per avventure

Idea per una campagna, "La Chambre Ardente"

Tutto ha avuto inizio da un'indagine investigativa apparentemente innocua ordinata tranquillamente dal Re Charles III de la Tete d'Or. I suoi agenti hanno raccolto voci di una banda che a livello internazionale forniva agli aristocratici di Palazzo Oisillon veleni e pozioni, che si pensa venissero usati per uccidere mariti indesiderati, mogli e avversari politici.
Le prime indagini hanno portato in una grande casa cittadina di Guisoreux, dove una certa Marie Bosse lavorava come cartomante e veggente per la crème de la crème. Molti suoi clienti erano nobili a partire da Palazzo. Così è stata catturata durante un'operazione segreta, ingannata da un cliente-trappola per farle rivelare la vera natura dei suoi servizi, infatti sono stati offerti veleni mortali di diverso tipo, gli ingrediente di alcuni di essi sono stati una prova sufficiente per condannare Bosse di stregoneria. Così è stata arrestata insieme a una cortigiana di alta classe che alloggiava con lei conosciuta semplicemente come La Dame Vigoreuse (ella non ha mai rivelato il suo vero nome, molti hanno sostenuto essere la figlia illegittima di un aristocratico fuggita da un convento, ma non si conosce l'identità dei suoi genitori).
Mentre gli investigatori reali potevano già essere orgogliosi di sé stessi, a quel punto è stato coinvolto il famoso e spietato cacciatore di streghe Nicholas de la Reynie. Aveva condotto ricerche per conto suo che collegavano Bosse e La Dame Vigoreuse a qualcosa di più che la vendita di qualche veleno, la lettura dei tarocchi e la seduzione di aristocratici. Indagando più a fondo ha trovato un tempio segreto, nascosto nelle cantine abbandonate sotto la casa cittadina di Bosse. Il tempio era dedicato a Slaanesh, il dio del piacere depravato. La cosa più preoccupante è che molti dei suoi nobili clienti hanno preso parte a riti osceni in accordo alla testimonianza di Bosse stessa, e il rinvenimento di certe carte trovate nella sua casa e altrove. Nel santuario blasfemo sono stati trovati oggetti incriminanti (comprese fruste, pugnali, vestiti insanguinati e documenti inchiodanti) immediatamente fatti sparire nei più sicuri sotterranei di Guisoreux.
Temendo l'esplosione di uno scandalo, il Re ha preso Reynie nelle sue grazie (fortunatamente mentre aveva uno dei suoi stati d'animo più razionali) e lo ha convocato per un colloquio privato. Una crisi di proporzioni pericolose minaccia di strangolare il cuore della Bretonnia. Le trascrizioni della confessione di Marie Bosse e de La Dame Vigoreuse, estratte per mezzo della tortura, tirano in ballo più di cento aristocratici nel circolo dei "cultisti avvelenatori" nel quale Bosse era coinvolta, tra di loro ci sono anche alcuni nomi illustri del Regno. L'unico nome che fu dato a questo vasto culto era "L'Ecole de la Nuit" (La scuola della notte).
Reynie fu messo a capo di un'istituzione eccezionale: "La Chambre Ardente" (La Camera Ardente), così chiamata per via delle centinaia di candele utilizzate per illuminarla. Il cacciatore di streghe era uno dei leader del corpo, sedendo come giudice di quanti venivano portati alla Chambre Ardente, al suo fianco vi sono stati alcuni dei più noti studiosi, maghi, uomini di legge e cacciatori di streghe del Paese, un corpo assemblato dal Re per purificare la sua corte dalla stregoneria e distruggere la Scuola della Notte.
L'esistenza della Chambre era segreta, i suoi ordini erano eseguiti dai Moschettieri del Re, sotto un ordine speciale che li obbligava semplicemente a obbedire e a non fare nessuna domanda. Ovviamente i compiti affrontati dalla Chambe Ardente, pur col supporto illimitato garantito da un Re terrorizzato, erano enormi. Quasi tutti coloro che sono stati dominati da Bosse e La Dame Vigoreuse  sono stati coinvolti in qualche misura nella stregoneria, consapevolmente o meno. Quello che doveva essere fatto agli accusati era una questione delicata. Torturarli tutti avrebbe implicato che presto la vicenda sarebbe venuta a galla, mettere a morte anche solo la metà dei nominati avrebbe costituito un inaccettabile olocausto, che non sarebbe stato possibile da spiegare agli sconvolti sopravvissuti e ancora meno alla popolazione infuriata.
La vicenda della Chambre Ardente fu infatti una delle più gravi minacce che colpirono la corte bretoniana, anche se l'unica alternativa, la Scuola della Notte, avrebbe potuto essere incalcolabilmente peggiore.
Come introdurre nel gioco la Chambre Ardente e la Scuola della Notte dipende da te. È possibile che i giocatori siano gli investigatori iniziali impiegati dal Re per rintracciare Marie Bosse utilizzando un paio di vaghi accenni lasciati da un nobile assassinato. In seguito possono muoversi contro Nicholas de la Reynie, lavorare con lui o sostituirlo nel rivelare il tempio nella casa di Bosse e nel rintracciare alcuni iniziali sospettati. Dopodiché i giocatori potrebbero diventare parte della Chambe Ardente e scoprire, mettere in discussione e magari assicurare alla giustizia alcuni degli individui dal nome più importante.
La sfida di mantenere tutto ciò invisibile al resto dei nobili di Palazzo Oisillon e all'opinione pubblica dovrebbe rendere tutto ancora più difficile. In quale modo tutto l'affare della Chambre Ardente corra verso il suo epilogo è lasciato aperto. Forse la cospirazione è semplicemente troppo vasta e il Re a malincuore deve sciogliere la Chambre "liquidando" chiunque sia stato coinvolto con essa?
Le persone coinvolte con la Chambe sarebbero pronte a chiudere un occhio sul marcio che permea la corte, o al contrario vogliono perseguire una campagna clandestina contro i nobili corrotti?
Forse la Chambre potrebbe diventare tirannica, o addirittura popolata da infiltrati provenienti dalle fila di coloro che vuole perseguitare? Quali sono le credenziali di Nicholas de la Reynie e degli altri membri? Si possono considerare tutti fidati?
Riuscirebbe la Chambre a scoprire chi è il subdolo padrone della Scuola della Notte (indubbiamente una personalità maggiore di corte), catturarlo e mettere la parola fine a tutta questa sordida faccenda?
Qualunque eventualità tu scelga per sviluppare questa traccia, la Chambre Ardente potrebbe facilmente essere la base sulla quale costruire la trama di una campagna molto consistente.

"Vattene in convento!"

I molti monasteri sparsi a Bretonnia hanno acquisito una reputazione di corruzione e licenziosità, forse perché molte si ritirano nel chiostro perché sono le figlie indesiderate di qualche famiglia nobile, superflue e disutili dopo che il padre ha deciso di non pagare più doti e le figlie maggiori sono già servite a stringere abbastanza alleanze. Altre sono donne decadute, giovani aristocratiche che hanno avuto una gravidanza dopo un imprudente flirt, oppure sono figlie illegittime di uomini ricchi e importanti.
Qualunque sia la loro origine, le monache di Bretonnia sono spesso semplicemente tagliate fuori dal mondo e dagli uomini non appena hanno raggiunto la maturità sessuale. Molte sono costrette dalla noia e dalla frustrazione a dedicarsi in attività proibite negli oscuri e silenziosi corridoio dei conventi bretoniani, anche soltanto nella speranza di una fuga, per distrarsi o per attrarre uomini nella loro condizioni. Possessioni, promiscuità sessuale e culto degli dèi malvagi vengono spesso presunti. I cacciatori di streghe stanno diventando i più frequenti visitatori dei conventi bretoniani.
La Barroche è un grande convento di suore dedicato a Shallya e a Sainte Isabelle la Chaste che si trova più o meno a metà strada tra Oiseau e Guisoreux in un' area isolata di pragmatici agricoltori. Il convento è sede di numerose giovani donne condannate per le ragioni dette sopra. Quasi ogni settimana arriva una carrozza ombreggiata a portare un nuovo membro della congregazione, che è governata dalla formidabile Sorella Udinot. Fino a poco tempo fa La Barroche era un luogo discreto e semisegreto tra i nobili di Palazzo Oisillon e di Guisoreux, ma alcune scoperte sconvolgenti hanno attirato un'attenzione indesiderata sulla comunità di Sorella Udinot.
All'inizio si trattò soltanto di un agnello macellato crudelmente, ma presto iniziarono a diffondersi voci di bambini scomparsi dai villaggi vicini. I paesani locali, in preda alla disperazione, andarono fuori dal convento a piangere e a chiedere una spiegazione. Sorella Udinot disse loro con fermezza che avrebbe preso provvedimenti per scoprire il responsabile, affermando anche che le sorelle di La Barroche non avevano nulla a che fare con la vicenda. Quindi ha fatto organizzare una ricerca, (Sugli eventi di La Barroche Sorella Udinot viene ingannata o ha il paraocchi) ma non è mai stato trovato niente.
Soltanto tre giorni dopo un altro incidenti portò prove schiaccianti contro La Barroche: una sorella, identificata come Macette Ruilly (figlia illegittima del Barone de l'Equenne) fu trovata morta in un boschetto vicino al convento, nuda e con la gola tagliata, circondata da rozzi ma spaventosi simboli che ricoprivano gli alberi. Subito si levarono grida alla stregoneria, ed è a questo punto che i giocatori vengono coinvolti.
Sorella Udinot vuole che vengano e tornino via il più presto possibile e col minor sforzo possibile. È intenzionata a mantenere la reputazione di La Barroche e non vuole che le pesanti "donazioni" ricevute ogni volta che viene inviata una nuova suora siano messe a rischio. All'interno del monastero di fatto ci sono due gruppi di suore che si dedicano alle Arti Oscure: un culto di Ecate (del quale Sorella Ruilly era membro) e un gruppo più piccolo devoto a Tzeentch, il Signore del Mutamento. Quest'ultimo gruppo è il responsabile della morte di Ruilly, che aveva scoperto che i rivali stavano tentando di allestire un rituale che gli avrebbe concesso immenso potere (che temeva sarebbe stato usato contro di loro). A La Barroche la tensione è alta. Non solo ci sono due culti l'uno contro l'altro, ma la massa innocente di sorelle non risulterà tanto innocente alla presenza di qualunque personaggio di sesso maschile.

Un grido d'aiuto

Mentre i giocatori viaggiano attraverso una città di provincia vengono avvicinati da un uomo dall'aspetto ansioso che si identifica come agente del Visconte Mervilliers, un magnate locale. L'amata figlia del Visconte, Desle, è stata accusata di stregoneria e, secondo i rappresentati dei Mervilliers, è innocente da qualsiasi crimine mostruoso ed è stata presa di mira dai nemici del Visconte nel Consiglio della città locale, luogo dove i giocatori attualmente soggiornano.
Certamente tra i due vi è una disputa, il Consiglio desidera guadagnare maggiore giurisdizione sui propri affari e spera di organizzare tranquillamente ogni sorta di commerci, mentre il Visconte è preoccupato per sua figlia. Desle è piuttosto scialba, ma è una giovane donna intelligente e persuasiva, l'unico parente superstite che ha suo padre, su di lei risiedono tutte le sue speranze e attenzioni.  Inizialmente il sospetto si è mosso tra i contadini locali (che vedono la cucina come unico luogo adatto a una donna ) per via del suo alto livello di educazione, il Consiglio ha preso in mano la faccenda e ha deciso di girarla a proprio vantaggio.
Antoine Anjeux, un giovane cacciatore di streghe in giro per farsi un nome, ha firmato un contratto col Consiglio, in apparenza per ripulire la città dalle streghe, ma da un accordo verbale segreto per accusare di stregoneria Desle Mervilliers. Gli è già stata data una somma di denaro considerevole, il resto gli verrà dato dopo che il Visconte avrà ceduto parte dei propri poteri.
I giocatori possono essere assunti dal Visconte de Mervilliers, generalmente noto come un uomo duro e intransigente è attualmente sotto shock, tremante e piangente di paura per sua figlia. È pronto a promettere qualsiasi cosa pur che si riesca a dimostrare innocente o a mettere in sicurezza , ma ancora non ha sentito niente a proposito dei piani del Consiglio. Per tentare di farcela i giocatori possono provare a fare tutto ciò che vogliono. Si potrebbe provare a dimostrare legalmente l'innocenza di Desle. Gruppi affini all'azione potrebbero semplicemente farla evadere e portarla via. Il piano migliore è quello di portare alla luce le prove di una trattativa tra Anjeux e il Consiglio, anche se farlo potrebbe essere pericoloso. Dopo tutto Anjeux sarebbe ben felice di aggiungere i giocatori alla sua lista di vittime e li perseguiterà con tutta la forza della legge.

Qualcosa di sinistro sta per accadere


Le città situate sulla linea costiera occidentale, in particolar modo la degradata Mousillon, sono terra battuta da vendicatori con lo sguardo allucinati che chiamano sé stessi "Libertas ab Tenebris". Il loro diligente lavoro è senza dubbio utile nella zona di Mousillon, dove tutti hanno un qualche sordido segreto per il quale morire. Ma altrove i guai che provocano massacrando indiscriminatamente nel nome della loro religione creano gravi problemi alla gente del posto.
Bordeleaux soffre adesso una situazione di particolare tensione per via di uno di questi fanatici, situazione nella quale i giocatori potrebbero trovarsi catapultati o assoldati per risolverla. Nel corso degli ultimi due mesi quattordici donne e cinque uomini sono stati trovati morti nelle viuzze della zona portuale. Di norma la guardia cittadina bada poco alla morte di puttane e ladri, ma tutti i corpi sono stati ritrovati mutilati in modo sanguinario e sconcertante. Tutti avevano la gola tagliata quasi fino alla colonna vertebrale, undici di loro avevano un pentagramma inciso sul petto,  il loro cuore di altri otto era stato rimosso. Inoltre una o due delle vittime erano rispettabili e anche benestanti, come la vecchia signora Lesous, vedova di un ricco mercante. La guardia cittadina resta perplessa riguardo la spiegazione di queste morti e potrebbe fare solo poco di più che mandare ancora più pattuglie nelle strade ombrose attorno al fronte del porto.
Adesso gli eventi hanno avuto una svolta negativa. Prima di tutto dieci giorni fa, Caehlin Perrithir, un mercante elfo del mare che vive nella piccola colonia a Bordeleaux, che è situata vicino alla zona del porto dove sono state trovate tutte le altre vittime, è stato rinvenuto morto ammazzato esattamente nello stesso modo degli altri undici: con la gola tagliata e un pentagramma inciso sul petto.
Gli elfi sono atterriti per l'omicidio di uno di loro, ma in un primo momento semplicemente prendono atto della violenza e dell'ignoranza che si dovevano aspettare dagli umani, e Caehlin era considerato un po' un solitario, comunque. Tuttavia, tre giorni dopo, la tranquilla e pittoresca colonia elfica si sveglia nel cuore della notte con le grida angoscianti di un secondo elfo assassinato. Eann Freingond non era soltanto un commerciante come Caehlin, ma un Alto Elfo altamente istruito proveniente da Ulthuan, che era venuto a Bordeleaux, a suo dire, per condurre ricerche nell'antico impero elfico. Il governatore teme che la sua morte possa avere gravi ripercussioni sulle relazioni tra gli elfi e Bretonnia.
Da allora sono morti altri due umani, uno un marienburger col cuore rimosso, l'altra una donna anziana del posto col pentagramma sul petto. Tre copie di una misteriosa lettera sono state inviate al capitano della guardia, il governatore di Bordeleaux e il capo magistrato della colonia degli elfi del mare. Campane d'allarma risuonano per tutta la città.
La guardia cittadina e il governatore chiedono a gran voce un'azione decisiva, gli elfi sono sul punto di lasciare la città per indignazione. In questa lettera che crea disaccordi, firmata da "un difensore della verità e della purezza", l'autore dichiara di aver scoperto le prove schiaccianti di un culto di Khaine guidato dagli elfi (alcuni dei quali, tra cui i defunti Caehlin Perrithir e Eann Freingond, sono elfi oscuri che cercando di diffondere la loro insidiosa presenza nel Vecchio Mondo) e da molti, troppi, umani corrotti.
Secondo l'autore della lettera è questo culto che rimuovere il cuore della gente. Lui (o lei?) si limita a "purificare" le vittime con un pentagramma per salvare le loro anime.
La terra è autentica e le dichiarazioni sono attendibili? Potrebbe essere organizzato un incontro col "difensore della verità e della purezza". Quanti membri del culto di Khaine sono sopravvissuti? Gli investigatori dovrebbero cercare il presunto culto o cercare di rintracciare l'anonimo "difensore"? E se dovessero agire alla maniera di guardie private, chi si occuperebbe degli adoratori dell'omicidio? Ma forse la domanda più immediata è che cosa fanno i cultisti, se sono stati i cultisti, coi nove cuori che sono in loro possesso?...

Cacciatori di streghe e processi alle streghe a Bretonnia

Di Rory Naismith

"Un cercatore della verità deve necessariamente essere puro di cuore e fermo nelle decisioni. Considera che i servi delle tenebre sono molti e i poteri che gli sono garantiti dai loro padroni demoniaci sono davvero grandi. Essi non esiteranno a mentire, uccidere o compiere atti blasfemi. Per tal ragione è necessario che ogni corpo e ogni anima siano sorvegliati e sospettati. Nessuno può dire come i malvagi si manifestino nei loro tentativi di sviarci dal sentiero della rettitudine. Non un solo respiro di creatura vivente deve sfuggire dalla nostra vigilanza."

-estratto dal "Liber de Maleficiis" di Dominic Gordel

Secondo i bretoniani i cacciatori di streghe sono coloro che vengono incaricati di trovare le streghe e assicurarle alla giustizia. Ciò è visto come un dovere fondamentale altamente lodevole. Un cacciatore di streghe può diventare abbastanza ricco e famoso per aver mandato un bel po' di streghe al rogo facendo sentire la gente più sicura. Ma la questione di solito non è così semplice come sembra. Mentre la maggior parte delle persone comuni è felice anche solo a sentire che una strega è stata catturata, ed è entusiasta di lasciare che i cacciatori di streghe populisti (pagati profumatamente) lo narrino, troppo spesso le più astute, vere e pericolose streghe rimangono incontrastate.
Ci sono alcuni cacciatori di streghe professionisti, comunque, che lavorano contro la vera e tangibile minaccia degli adoratori del caos e di altri dèi oscuri esistenti. Allo stesso modo si consacrano alla caccia di streghe i cacciatori fanatici, zeloti e guardie private che si accollano la responsabilità di ripulire il Regno.



Cacciatori di streghe a Bretonnia 

I cacciatori di streghe sono tutt'altro che comuni in Bretonnia, piuttosto che nell'Impero, o gli inquisitori in Estalia. In verità l'intero fenomeno della caccia alle streghe è meno diffuso in Bretonnia che altrove, ma viene utilizzato soprattutto come sbocco occasionale per il malcontento generale e per instillare paura nelle masse. Ciò significa che le streghe vere sono spesso in grado di portare avanti indisturbate le loro pratiche indicibili, dando ulteriore giustificazione alle attività dei cacciatori di streghe; il Regno è intrappolato in un circolo vizioso.
I cacciatori di streghe bretoniani sono un misto di chierici e di laici, i quali devono dimostrare di conoscere la stregoneria, sia attraverso la conoscenza del folklore, sia studiando le opere accademiche. Per aiutare gli aspiranti cacciatori di streghe le stamperie di Guisoreux e di Parravon producono numerosi tomi assai ricercati, estendendo i propri guadagni sui processi dei famosi cacciatori di streghe, ma ci sono anche alcuni testi degni di nota contenenti informazioni utili e autentiche.
Molti cacciatori di streghe populisti sono i figli cadetti di famiglie nobili, che hanno poco ma sono sicuri di sé, arroganti, col gusto per la vita di alto livello e un po' di cultura da mostrare per la propria gratificazione. Trovano che lo status di cacciatore di streghe sia esaltante e remunerativo.
In ogni caso ce ne sono altri, più professionali, che prendono i loro doveri molto più seriamente impegnandosi maggiormente per individuare le vere streghe senza fare troppo affidamento sulla paura e l'agitazione popolare per emettere una condanna. Un piccolo numero di loro sono guidati da convinzioni religiose profondamente radicate e ignorano tutto il resto. Quest'ultimi sono più vigili dei normali cacciatori di streghe e uccidono senza nemmeno pensarci chiunque pensano possa essere una strega o che sia in qualche modo connesso col male. Le autorità e gli altri cacciatori di streghe lavorano duramente per minimizzare le bravate di questi fanatici.
La maggior parte dei cacciatori di streghe bretoniani impiega il più del proprio tempo viaggiando, leggendo, scrivendo e lanciando sermoni infuocati ai contadini terrorizzati. Dopo queste attività c'è solo tanta ira e tanta bile che può essere diretta su qualsiasi sventurata vecchietta prima che la folla perda interesse.
Il populista, elemento dei cacciatori di streghe che ricerca il piacere, gode anche delle alte parcelle che gli pagano per aver portato a termine positivamente una caccia alle streghe. D'altra parte, quando i severi cacciatori di streghe perseguono una presunta strega dopo una lunga inattività, sono ancora più determinati a impiegare tutta la propria energia e sforzo nel caso, chiunque sia l'imputato e per quanto il caso possa essere inconsistente. Per ogni cacciatore di streghe aver sospettato di qualcuno che viene assolto o giudicato innocente è visto come un segno di incompetenza e stupidità; qualcosa che non dovrebbe mai essere tollerato. Essi non sono al di sopra della corruzione e le loro vedute professionali possono essere influenzate da una grande somma di denaro o da un paio di parole convincenti.


Interesse pubblico e Modus Operandi

Cacciatori di streghe populisti

In genere si tratta di elementi aristocratici che vengono coinvolti per il denaro e l'eccitazione, fare bisboccia nel pubblico di un grande processo popolare circondati da contadini urlanti e avvenenti fanciulle. Quelli di maggiore successo, quelli che eccitano maggiormente le folle e trovano più streghe da stanare, diventano  nel vero senso della parola delle celebrità, sono trattati con timore e rispetto dalle classi subalterne e festeggiati dai nobili e dai mercanti ricchi.
Lavorano nel modo più pubblico possibile, si vestono senza badare a spese con costosi abiti bianchi e neri, adatti per essere conformi all'idea che il pubblico ha di un cacciatore di streghe. Molti indossano una pletora di simboli religiosi, che brandiscono e fanno ondeggiare come se le forze oscure stessero cercando di sgattaiolare alle loro spalle. Parlano in pubblico a voce alta e fanno un sacco di dichiarazioni grandiose sostenute con un'ampia quantità di movimenti e gesti delle mani. Tutto ciò è molto impressionante per i contadini che si sentono confortati dalla presenza di qualcuno che, in modo tanto lampante, "sa il fatto suo" riguardo alle streghe.
Probabilmente le più grandi preoccupazioni che riguardano i populisti sono il denaro e le tasse. Richiedono pagamenti consistenti (più di 50 pezzi d'oro per i più popolari) per ogni strega condannata. Tuttavia, poiché la paura delle streghe non è confinata alle classi inferiori, chi ha il denaro è felice di pagare, credendo che assoldando un cacciatore di streghe stiano facendo la propria parte per la comunità e si stiano assicurando il favore degli dèi.
I cacciatori di streghe populisti vivono una vita itinerante, vanno da una città all'altro, talvolta sotto richiesta delle autorità locali che vogliono fare uso dei loro servizi. Tendono a non lavorare in campagna, a meno che a impiegarli non sia un signore locale. Non sorprende che la maggior parte di loro abbia uno stile di vita piuttosto confortevole e costoso, anche se l'obiettivo finale resta quello di accumulare abbastanza denaro per comprare il proprio posto nell'aristocrazia.

Cacciatori di streghe professionisti

I cacciatori di streghe più "seri" conducono le streghe al processo prima che una folla abbaiante li faccia fallire una volta per tutte. Per loro trovare la persona giusta è più importante di un pagamento. Comunque non significa che la "persona giusta" sia sempre quella che essi dovrebbero punire, anche i cacciatori di streghe vanno cercando quelli che ritengono essere streghe possono, in effetti, colpire innocenti, druidi o altri senza alcuna conoscenza della magia nera o caotica, che sono i loro più grandi nemici. D'altra parte, alcuni cacciatori di questo tipo sono molto zelanti e vedono ogni uso della magia al di fuori delle indiscusse regole clericale, come stregoneria. Maghi, druidi e altri possono trovarsi a essere perseguitati. 
Lo studio e l'istruzione sono le armi primarie del cacciatore di streghe professionista. Tutti costoro possiedono una gran quantità di conoscenze sulla stregoneria, sul caos, su Khaine e su altre questioni occulte. Molti sono stati all'università o sono stati addestrati in un importante monastero. La maggior parte di questi professionisti sono in realtà chierici, forse membri di ordini religiosi che si dedicano alla caccia alle streghe. L'ordine di Saint Antoine (vedi sotto) è il più importante di questi gruppi, ma ne esistono altri che hanno base nelle maggiori città bretoniane.
A differenza dei cacciatori di streghe comuni, questi professionisti austeri cercano di non suscitare le emozioni pubbliche, preferendo mantenere la propria mente pura e incontaminata dalle tenebre (ciò li rende anche meno inclini a suggerire apparenze aggiuntive nelle dichiarazioni dei testimoni)- In realtà non cercano neppure di attirare l'attenzione su sé stessi, di solito indossano abiti semplici e consumati per nascondere il loro vero scopo. Non hanno lo stile di vita ricco e lussuoso degli altri cacciatori di streghe, principalmente perché le loro parcelle sono più piccole e vengono pagate meno frequentemente. Inoltre i nobili e le varie autorità locali non li accettano così facilmente come farebbero invece con dei cacciatori di streghe populisti. Nella peggiore delle ipotesi li vedono come una pericolosa interferenza, nella migliore noiosi, insulsi e pedanti. Tuttavia è più necessario per loro viaggiare di quanto non lo sia per i cacciatori populisti, poiché non cercano semplicemente una vecchietta tra la folla marchiandola come strega, anzi, conducono indagini accurate per cercare di scoprire chi potrebbe essere una strega e il più delle volte i loro sospetti sono infondati e devono passare oltre.

Cacciatori di streghe fanatici

Un piccolo numero di cacciatori di streghe cerca di far sì che le vittime non raggiungano mai il processo;  mettono in catene gli indagati e li giustiziano rapidamente senza dar loro la possibilità di implorare pietà. Perlustrano i vicoli e gli angoli bui delle città e dei villaggi bretoniani col pugnale nella mano e il libro sacro nell'altra; niente può scuotere la fede di questi individui. Tuttavia questo gruppo è piccolo e marginalizzato, le autorità li vedono come guardiani impazziti che tentano di andare oltre sé stessi e offrono considerevoli taglie per la loro cattura. Anche i contadini nutrono sentimenti contrastanti nei loro confronti: i più giustamente temono e  guardano con sospetto questi zeloti, ma i più pii li approvano segretamente e talvolta li aiutano a svolgere il loro lavoro. Gli altri cacciatori di streghe non amano questi militanti, anche perché sporcano le buone relazioni che essi hanno con la società e col governo. Il più delle volte questi cacciatori hanno una fede immensa e, talvolta, sono anche un po' istruiti; giovani chierici, iniziati, studenti e figli cadetti della nobiltà e dei ricchi mercanti riempiono le loro fila.
I villaggi, specialmente nella regione di Moussillon, sono sede di molti di questi determinati cacciatori di streghe, che si sono prefissati di prevenire la diffusione della piaga che affligge la città. Essi formano una vaga ma spaventoso e potentissima confraternita conosciuta come "Libertas ab Tenebris" (Libertà dalle tenebre), che è diventata sinonimo di spietatezza, severissime stragi e pugno di ferro. I locali probabilmente temono più le spade e i coltelli vendicatori del "Libertas ab Tenebris" piuttosto che gli occasionali orrori sovrannaturali che emergono da Moussillon.
Secondo le poche indiscrezioni che vengono fuori da Moussillon, questo gruppo è stato costituito circa venticinque anni fa da uno zelante cacciatore di streghe chiamato Dolimon Frejus, un mago che decise di diventare un cacciatore di streghe dopo aver saputo che il fratello gemello, Mael, era diventato un demonologo. Se Dolimon abbia mai catturato suo fratello non è dato sapere, né è certo se lui sia ancora a girovagare nei bassifondi abbandonati che circondano Moussillon. Un paio di fanatici ha deciso di diffondere l'opera del  "Libertas ab Tenebris" alle altre grandi città di Bretonnia, in particolare a L'Anguille e a Bordeleaux, sulle coste, che vedono come luoghi di altrettanto peccato e malvagità pronti a diffondersi nel resto del Regno.

Organizzazione

Non vi è alcuna autorità centrale che regoli i cacciatori di streghe, chiunque può definire sé stesso in tal modo, se lo desidera, ma i cacciatori di streghe professionisti di solito lavorano con un qualche tipo di supporto. I chierici saranno sponsorizzati e finanziati dai propri culti, che li dirameranno versi casi sospetti di stregoneria; alcuni sono membri di ordini particolari dedicati alla caccia e alla distruzione delle streghe (il più ampio è quello di Saint Antoine). Altri si potrebbero appoggiare a un nobile che fornirà loro denaro in cambio di una buona pubblicità tra coloro che partecipano ai processi. Non è sconosciuto che questi nobili patroni utilizzino i cacciatori di streghe per fini politici, raccogliendo "prove" contro un particolare nemico o scatenando la rabbia popolare contro le streghe quando il signore locale vuole aumentare le tasse.
Alcuni cacciatori di streghe non hanno un patrono regolare e lavorano senza reddito, se non quello guadagnato per via delle streghe che scovano (una condanna per stregoneria è accompagnata dalla confisca di tutti i beni, in molti casi questa parte della sentenza viene portata a galla prematuramente dai vicini bramosi). Vengono anche firmati contratti temporanei con nobili, templi o consigli cittadini che pagano il cacciatore di streghe per "purificare" il loro territorio per un periodo di tempo specifico. Spesso verrà ordinato loro di sradicare un determinato numero di streghe per la soddisfazione del datore di lavoro; se non si riescono a trovare abbastanza streghe vere, e succede spesso, essi devono adempire il contratto con altri mezzi, senza fare alcuna domanda.
I cacciatori di streghe professionisti richiedono un contributo per ogni strega scoperta, ma niente che somigli alle stravaganti spese che chiedono gli altri. Vivono vite dure, talvolta costretti a cercare cibo e riparo nei santuari e nei templi per mancanza di fondi. Inutile dire che i membri di "Libertas ab Tenebris" e affini non richiederebbero mai un pagamento per il proprio lavoro; loro vedono sé stessi come militi di una crociata. Inoltre si considerano al di sopra delle leggi di questo transitorio mondo; ruberie, violazioni di domicilio e la perpetuazione di altri crimini non turbano questi fanatici.

Processi alle streghe

I processi alle streghe possono avvenire solo quando è coinvolto anche un cacciatore di streghe, infatti soltanto loro hanno la volontà e la conoscenza per condurre correttamente tale procedura. I cacciatori populisti amano in particolare i grandi processi pubblici, quelli descritti a seguire rappresentano il modo di svolgersi sotto la loro direzione.
 Il cacciatore di streghe avrà svolto le proprie indagini, o più spesso sarà stato informato che qualcheduno è una strega; vengono offerte ricompense per coloro che segnalano una strega e le denunce sono completamente anonime. Egli quindi acciuffa il sospettato e imprigiona questo sventurato prima di condurlo fuori per il processo. Se è in una città sarà condotto in un tribunale, un tempio, una sala o anche una piazza aperta. I processi rurali hanno luogo sia nel tempio locale che in qualsiasi spiazzo aperto possa essere trovato. I processi alle streghe sono grandi eventi e la maggior parte della popolazione locale si fermerà a guardare e ad ascoltare, alternando grida di scherno, urla e rantoli per l'orrore di quanto viene rivelato. Il sospetto viene legato (tradizionalmente con delle manette di ferro) e messo di fronte al cacciatore di streghe che conduce il processo che elenca e "gonfia" i fatti del caso per ottenere la massima reazione tra la folla riunita. I testimoni sono chiamati a sostenere il cacciatore, e vengono sempre istruiti (e talvolta corrotti) in anticipo. Praticamente nessuno è disposto a sfidare la parola di un cacciatore di streghe o di eventuali testimoni, un po' per il sottile godimento dello spettacolo, un po' per la paura di essere tirato in ballo con un'accusa di stregoneria.
Per il cacciatore di streghe è utile, sebbene non sia essenziale, ottenere una confessione dal sospettato, questo mette una garanzia su qualsiasi cosa che il cacciatore potrebbe dire e gli fornisce una buona dose di giustificazione. Di fronte alla duplice pressione di un feroce cacciatore di streghe e una folla impazzita alcuni cedono immediatamente, accettando qualunque cosa pur di mettere fine al processo. Altri sono reticenti e rifiutano testardamente di ammettere le accuse mossegli contro. In questo caso i cacciatori di streghe possono non farci caso e andare dritti fino a emettere una sentenza (dopotutto è naturale che le streghe provino a negare le proprie attività) oppure torturare il sospettato. Possono essere impiegati tutti i tipi di tortura, molti cacciatori di streghe viaggiano con un torturatore, in alternativa fanno uso delle attrezzature nelle prigioni locali o nelle segrete dei castelli. Vedi sotto per una lista di torture che talora vengono usate a Bretonnia.
Una volta terminato il processo e, si spera, sia stata prodotta una confessione, il cacciatore di streghe o accetta il verdetto della folla riunita (che è quasi sempre un sonoro "colpevole!"), oppure, se il processo si è svolto alla presenza di magistrati locali o giurie, si rivolge a loro per un verdetto. Secondo la legge bretoniana, tecnicamente compete a questi gruppi di giudicare ogni caso, compresa la stregoneria, col cacciatore di streghe impiegato per il mero scopo di perseguire e catturare le streghe. Tuttavia di fronte a un allucinato cacciatore e a una folla di cittadini inferociti sono pochi quei giudici tanto coraggiosi da dichiarare qualcosa di diverso da un verdetto di colpevolezza. Nonostante ciò esistono alcuni concili illuminati e chierici che osano basarsi su prove più evidenti rispetto a quelle che forniscono la maggior parte dei cacciatori di streghe, o addirittura si rifiutano di approvare l'uso della tortura. Sfortunatamente queste pretese radicali vengono richieste quando il sospettato è ricco o nobile; le autorità potrebbero già aver ricevuto una pesante tangente o si aspettano che gli verrà consegnata dopo il processo.
Per i colpevoli di stregoneria la sentenza è sempre dura. La condanna a morte è di gran lunga la punizione più comune che può essere inflitta; il rogo, l'annegamento, l'impiccagione e la decapitazione sono tutti utilizzati nelle varie regioni di Bretonnia. Il più delle volte l'esecuzione avviene in pubblico per la gioia degli spettatori riuniti. In rare occasioni le streghe ricche potrebbero fuggire dalla condanna a morte, ma solo in cambio di una confisca di tutte le terre e i titoli, che viene organizzata in modo clandestino dal cacciatore di streghe o dalle autorità legali del posto. Maghi famosi trovati colpevoli di stregoneria (ovvero di usare la magia nera o di usare la magia per danneggiare gli altri o commettere crimini) possono sia essere messi a morte, sia inviati a Guisoreux perché gli sia posto il Marchio di Ferro. Chiunque venga contrassegnato con questo marchio è definitivamente privato di tutti i suoi poteri magici. Si narra che sia stato costruito molti anni fa da Saint Marc per sconfiggere il formidabile stregone Duc de Brisolles. È conservato in una profonda prigione altamente sorvegliata nei sotterranei di Guisourex, i prigionieri vengono inviati sotto pesante scorta da tutto il Regno. La perdita dei poteri magici, che caratterizzano l'esistenza stessa di un mago, è una punizione vergognosa e debilitante per la maggior parte di loro.
I processi dei cacciatori di streghe professionisti si svolgono in privato (sovente in un tempio), di solito senza che la gente sappia cosa stia succedendo. Questo perché il più delle volte l'individuo sotto processo è molto probabilmente una vera strega, ci sarebbe indubbiamente un panico generale se tale conoscenza dovesse essere resa pubblica.
I magistrati che presiedono a questi processi sono o chierici o avvocati di tutto rispetto, funzionari e professionisti che possono servire con la propria abilità e saggezza. Difatti può succedere che trovino effettivamente l'imputato innocente se il caso del cacciatore di streghe non li convince pienamente.

Altre creature

Anche se le streghe sono le vittime più comuni dei cacciatori di streghe ciò non vuol dire che siano le sole. Cacciatori professionisti e fanatici vedono sé stessi come conservatori universali dell'equilibrio religioso e spirituale, allo stesso modo dei re e dei governi che sono tenuti a mantenere l'ordine nella vita secolare. Per questo motivo si occupano di tutte le minacce di questo genere. Vampiri, maghi malvagi, licantropi, spettri, non morti e incursioni del caos possono essere tutti affrontati dai cacciatori di streghe devoti, ma la maggioranza di loro vede ancora le streghe come il principale nemico, non ultimo perché sono (o loro pensano che siano) molto più numerose di tutti gli altri pericoli. Inoltre, di solito, per avere a che fare con molti di questi orrori non basta tanto una caccia, che comunque presenterà una prospettiva elevata di morte rapida e dolorosa; molti cacciatori di streghe, anche professionisti e alcuni fanatici, sono abbastanza felici di sgominare le streghe, e di chiamare qualcun'altro quando si trovano contro a qualcosa di diverso.
Se i cacciatori si trovano a contrastare nemici dotati di poteri, siano essi fisici, magici o spirituali, non sono restii a richiedere pubblicamente un aiuto al Re e alla nobiltà; se poi queste persone hanno abbastanza fegato per affrontare o meno questi pericoli è un'altra questione. I cacciatori di streghe sono in grado di mettere insieme una folla desiderosa di salvare le proprie case da qualche pericolo occulto, ma sono molti meno quelli disposti ad affrontare tal pericolo in prima persona (come un cacciatore di streghe sfortunato può capire a sue spese quando le cose iniziano a prendere una brutta piega).
Per quanto i cacciatori di streghe populisti possano talvolta lanciare un'accusa di vampirismo o di collusione coi morti per rendere il processo fresco e divertente, di norma impallidiscono al pensiero di affrontare qualcosa di così realmente pericoloso. Nella migliore delle ipotesi passeranno il caso a un cacciatore di streghe professionista (in modo molto tranquillo, con una buona scusa per non rovinare la propria reputazione) e se ne andranno dalla città; nella peggiore delle ipotesi se ne andranno semplicemente dalla città e cercheranno di dimenticare, come se non avessero mai visto niente.

L'Ordine di Saint Antoine

L'Ordine di Saint Antoine è il più vasto, antico e potente ordine clericale dedicato alla caccia delle streghe. È costituito da sacerdoti di Verena (e alcuni di Morr, Myrmidia, Ulric e Shallya), autorizzati da uno speciale ordine reale danno la caccia alle streghe e alle altre cose sovrannaturali che minacciano il Regno. Saint Antoine fu un sacerdote di Verena che visse nel XVII secolo e divenne famoso per la propria erudizione e determinazioni nel liberare il paese dalle streghe. Dopo essersi trasferito nella grande città di Couronne, Antoine ottenne ancor più fama e supporto, ricevendo richieste di viaggiare per tutta la Bretonnia per aiutare la lotta contro le streghe. Il sovrano di quel tempo, Bernard II le Pieux, era famoso per la sua fede e diede un grande supporto ad Antoine.  Alla fine arrivò al punto di concedere al chierico poteri straordinari che gli permisero di viaggiare ovunque all'interno del Regno per cacciare le streghe con pieno supporto regio. Alla morte di Antoine, Bernard venne incontro alle sue ultime volontà: sarebbe stato fondato un ordine di sacerdoti con eguali convinzioni per svolgere il suo lavoro. Da allora l'ordine di Saint Antoine, finanziati dal Re, dal Cardinale di Verena e da altri generosi patroni, ha continuato a dare la caccia alle streghe. Anche se negli ultimi decenni si è un poco ridotto, rimane privo di corruzione, poiché soltanto i chierici realmente convinti della sua causa scelgono di aderirvi al giorno d'oggi. Nello svolgimento del proprio dovere i membri dell'ordine lavorano in stretto concerto con le Chiese locali e le autorità giudiziarie, che di norma li sostengono per via del buon nome che l'ordine gode lungo tutto il paese; i chierici in particolar modo vedono l'ordine di Saint Antoine come una forza da rispettare e alla quale obbedire, in parte perché è assai noto che il capo dell'ordine è in stretto contatto col Cardinale di Verena. In alcune occasioni i sovrani stranieri di Estalia, Tilea, Principati di Confine e l'Impero hanno richiesto l'aiuto dei membri dell'ordine di Saint Antoine. In verità esiste un piccolo ramo tileano dell'ordine, attivo nel sud-est dell'Impero.
Il tempio vereniano dedicato a Saint Antoine a Couronne è il quartier generale di quest'ordine, che mantiene alcuni templi, santuari e altre strutture (incluse, si dice, camere di tortura) nelle più grandi città di Bretonnia. Il suo capo attuale è Martin d'Arromanches, un venerabile, ma tenace e intelligente, sacerdote di Verena. I membri sono supportati da pensioni che provengono dai fondi dell'ordine, anche se questi non sono molto grandi; le donazioni all'ordine sono calate negli ultimi tempo. Comunque l'ordine di Saint Antoine è ancora molto rispettato e compie un ottimo lavoro nel proteggere le anime di tutti i bretoniani.

Cacciatori di streghe bretoniani e regole

Come ci si potrebbe aspettare dopo quanto letto sopra, i cacciatori di streghe bretoniani sono un po' diversi da quelli descritti nel manuale di Martelli da Guerra. La carriera avanzata di Cacciatore di streghe è essenzialmente pensata per un cacciatore militante in stile imperiale che per compiere il proprio lavoro si basa principalmente sulla forza delle armi e su una determinazione incrollabile. Questa carriera dovrebbe comunque funzionare molto bene per un cacciatore di streghe fanatico a Bretonnia, una persona che uccide senza rimorsi perseguendo la propria crociata personale contro le streghe. Avrebbe certamente bisogno della competenza militare, sebbene l'AdG  possa decidere di non consentirgli l'accesso all'abilità Parlare in pubblico, dopo di tutto non ha molte opportunità di arringare le folle. Inoltre dovrebbe funzionare in modo diverso anche l'ingresso a questa carriera. Ci vorrebbe un'esperienza radicale, o l'incoraggiamento di un cacciatore di streghe, per convincere qualcuno a intraprendere questa carriera. Tornare indietro dopo aver intrapreso questo cammino sarebbe in effetti assai difficile, Perciò i requisiti per entrare in questa carriera dovrebbero essere più flessibili.
I cacciatori di streghe professionisti probabilmente non seguiranno la carriera di "Cacciatore di streghe" come è elencata del manuale base. Cacciatore di streghe è piuttosto un titolo che si attribuiscono per descrivere ciò che fanno, non tanto quello che sono, quindi molti di loro potrebbero in realtà essere Studiosi, Avvocati, Chierici, Maghi e forse anche Templari. Dovrebbero tutti avere accesso alle abilità che rappresentano la conoscenza della stregoneria, come Storia, Identificare oggetti magici, Percezione magica e Linguaggio segreto - Classico; i cacciatori di streghe molto preparati potrebbero anche conoscere Linguaggio arcano - Demoniaco o Parlare lingua - Linguaggio oscuro. In aggiunta a queste abilità, che potrebbero essere acquisite passando tempo a studiare o a lavorare con un altro cacciatore di streghe, un cacciatore professionista dovrebbe avere accesso a tutte le altre normali abilità e all'equipaggiamento della propria carriera regolare.
I cacciatori di streghe populisti non dovrebbero decisamente seguire la carriera avanzata di Cacciatore di streghe. Molti saranno Demagoghi, o al limite Agitatori, a rappresentare la loro natura di fomentatori della plebaglia. Oltre al loro equipaggiamento normale potrebbero avere una serie di abiti neri e tenebrosi  (è così che la gente pensa che un cacciatore di streghe si debba vestire) e uno o più pesanti tomi sulla stregoneria (che vengono utilizzati più per figura che per altro, per essere consultati drammaticamente e dai quali vengono citati brevi passi all'apice di un processo).

Tortura a Bretonnia

Posso ancora definirmi un essere umano? Ho sputato fuori l'anima e il cuore, ho lasciato a nudo le mie paure più recondite e ho confidato in un' attenta verifica dei malfattori. Prima di venire qui ero favorito fra le mie amanti per la mia abilità musicale. Ora sarò fortunato se riuscirò a prendere di nuovo la mia bella per mano senza scoppiare a piangere... Spero che tu sia soddisfatto, amico mio.

- Le Comte de Louanges, dopo essere stato torturato per tradimento.


Chi viene processato per stregoneria o per altri reati gravi come il tradimento, l'omicidio e lo stupro, rischia spesso di essere torturato. Generalmente i ricchi sono esonerati, mentre le classi sociali più povere potrebbero condannate all'agonia soltanto per aver rubato un pezzo di pane. Bretonnia non è sempre coerente ed efficace quando si tratta di torturare, ma almeno è fantasiosa. Vengono utilizzati diversi tipi di tortura, alcuni più violenti, crudeli e sanguinari di altri.
La durezza della tortura non è sempre come ci potremmo aspettare; una presunta strega potrebbe essere trattata con uno schiaccia-pollici o con la ruota, mentre un altro criminale potrebbe avere la sfortuna di essere sottoposto allo Strappado. Alcuni invece non vengono proprio torturati. In linea generale, comunque, le torture peggiori (la tortura della corda, i cento tagli e la vergine di ferro) sono rare e riservate per i crimini più gravi; traditori, vere streghe o peggio. Durante tutto il processo di tortura alla vittima è sempre chiesto di confessare i propri crimini o di rivelare ciò che l'aguzzino vuole sapere, talvolta con mormorii leggeri e dolci, altre volte con imprecazioni, urla e botte.
La maggior parte delle autorità giudiziarie di Bretonnia ha disponibili degli strumenti di tortura nelle proprie prigioni o nelle segrete del signore locale; le città più grandi possiedono anche camere di tortura semi-legali private dove, a pagamento, possono essere utilizzati i metodi più atroci per estorcere informazioni alle vittime.
Alcuni dei metodi di tortura utilizzati a Bretonnia vengono descritti a seguire. In termini di gioco ogni volta che una persona viene sottoposta a tortura deve effettuare un test di Volontà con un modificatore sia per la gravità della tortura, sia per il numero di volte che viene perpetuata. Generalmente ogni seduta di tortura dopo la prima durante la stessa sessione darà un malus cumulativo di -10%, torture pesanti come ad esempio i cento tagli, la corda o la vergine di ferro daranno anche un malus addizionale di -10% o più al test di Volontà. Così, la prima seduta di tortura verrà affrontata senza modificatori alla Volontà, ma la seconda avrà un malus di -10%, la terza di -20%. Le torture più gravi potranno avere un malus iniziali di -10%, che salirà a -20% nella seconda seduta e così via.
Se una qualsiasi prova è fallita, allora il soggetto confesserà qualunque cosa che il torturatore vuole che confessi, vera o meno che sia. Si noti che la tortura non deve necessariamente causare molte ferite; il suo scopo è quello di causare il massimo dolore, non sempre un danno invalidante. Inoltre la prova evidente di una tortura eccessiva è sufficiente per far pendere le autorità nella direzione opposta, in quanto altrimenti potrebbe esplodere una protesta pubblica.
Lo schiaccia-pollici e la ruota infliggono una ferita durante il primo uso e una ferita per ogni due volte che vengono applicate oltre la prima, oppure per ogni due livelli di aumentata severità. Per esempio, una strega che è messa per la prima volta nella ruota e che si rifiuta di confessare perde una ferita; assumendo che continua a tenere a freno la lingua non subisce nessuna ferita per la seconda volta che viene stretta sulla ruota, ma un'altra ferita sarà subita la volta successiva (la terza). D'altra parte la tortura della corda, lo strappado e la vergine di ferro potrebbero essere molto pericolose causando almeno D3+3 ferite per uso, a lungo la corda ne causa D6+4.
Inoltre, ogni volta che viene applicata la tortura, sottrai di uno la Resistenza della vittima. Quando questa caratteristica arriva a zero, sviene e, se lasciata senza adeguate cure mediche, potrebbe morire dopo aver subito alcune delle torture più gravi.

Schiacciapollici (o Gresillons): Una morsa utilizzata per schiacciare i pollici della vittima. È una tortura molto comune per le streghe bretoniane poiché lascia pochi segni per le persone che intendono contestare i metodi dei cacciatori di streghe.

Strappado: Una tortura importata da Tilea nella quale le mani della vittima sono legate dietro la schiena e assicurate a un paranco. Questo viene poi utilizzato per sollevare in alto lo sventurato, in modo che alla fine le sue braccia e le sue spalle si siano slogate. Dei pesi possono essere appesi agli arti per aumentare l'agonia.

La Corda: Una variante bretoniana particolarmente feroce di quella sopra. Dopo essere stato solleato dal suolo, con le spalle già slogate e con grossi pesi attaccati agli arti, il paranco viene improvvisamente allentato in modo da cedere per diversi metri ,dopodiché che la corda viene tirata nuovamente. Chi viene sottoposto alla Corda può ritrovarsi con ogni osso del corpo slogato o rotto. Talvolta le braccia vengono strappate via. Pochi sopravvivono a più di una seduta, e quelli che lo fanno sono pronti a confessare qualsiasi cosa... se sono rimasti coscienti. In un famoso caso riguardante una vera strega (alla fine bruciata sul rogo), Margherite Dolcine, subì non meno di nove applicazioni di corda e non faceva altro che ridere ogni volta che i torturatori attoniti e terrorizzati la tiravano su.

Punzecchiatura:  Basata sulla credenza che tutte le streghe abbiano un punto "insensibile" da qualche parte sul proprio corpo dove gli dèi oscuri hanno posto la loro benedizione. Il sospetto viene spogliato e rasato completamente, spesso in pubblico, quindi punto centinaia di volte con un ago o un piccolo coltello per cercare di trovare il "marchio della strega". Il dolore e la perdita di sangue forzano molti in una prematura confessione; un numero esiguo di vittime hanno davvero un "marchio della strega" .

La Ruota: La vittima è fissata con polsi e caviglie a una puleggia che viene gradualmente tirata.

Stivali estaliani: Come si può intendere dal nome, questa tortura proviene originariamente dall'Estalia. I piedi della vittima vengono chiusi in un paio di "stivali" con morse che bloccano le gambe, a volte si tratta soltanto di quattro assi di legno legate saldamente assieme. Quindi vengono strette manualmente, oppure vengono martellati i tasselli frantumando ossa e spappolando la carne.

Il Lancio: La vittima ha una o più corde legate intorno al collo che vengono strattonate violentemente. È molto più pericoloso e doloroso di quanto possa sembrare, in particolare con aguzzini robusti e celle dalle pareti di pietra.

La tortura dell'acqua: Questa dolorosissima ma complicata tortura consiste nel forzare un tubo flessibile collegato a una grande botte d'acqua nella bocca e nella gola del soggetto, costringendolo a bere costantemente, poiché il tubo è costretto in fondo fino allo stomaco. Quando il tubo raggiunge lo stomaco viene bruscamente ritirato, spesso causando lesioni interne, talvolta sventrando le vittime e causando comunque un dolore immenso. Il processo ricomincia da capo se la vittima si rifiuta di confessare.

I Cento Tagli: Una tortura rara e particolarmente barbarica in cui la vittima è legata nuda a un palo e il torturatore taglia via dita, orecchie e lembi di carne fino a quando non confessa.

Tenaglie: Tenaglie arroventate vengono utilizzate per strappare via pezzi di carne alle vittime.

L'Ardente Agonia: I piedi o le mani della vittima sono posti in una scatola di cuoio o di piombo, che viene poi riempita sia con acqua o grasso bollente, o con metallo fuso.

La Vergine di Ferro: Questa rara quanto fatale e inusuale tortura, si pensa che possa essere di importazione imperiale. Richiede uno speciale contenitore tagliato all'uopo in modo simile a una bara verticale (talvolta con una bellissima fanciulla intagliata sul coperchio, da cui il nome). Una volta che la vittima viene posta nella bara un coperchio dotato di lunghe punte viene chiuso in modo tale che le punte trafiggano la sua carne. Una vittima potrebbe essere lasciata sanguinante nella Vergine di Ferro per una sofferenza sempre più grande, fino a quando la bara non viene aperta o la vittima spira.

Ordalia

L'ordalia è un'altra forma comune per giudicare una strega, alla quale di solito si ricorre in assenza di un cacciatore di streghe. È basata su un'antica credenza della società rurale, che come si può immaginare hanno una gran componente razionale. Comunque l'effetto placebo è documentato (almeno a Bretonnia), ed è possibile che, chiamando in causa le buone e legittime divinità, esse possano donare qualche reale potere a questa superstizione.
Il concetto di base di un'ordalia è quello di far compiere al sospettato di stregoneria una sorta di prova per dimostrare se è una strega. Questa credenza è tenuta in altissima considerazione e può essere allestita anche dal più sempliciotto dei contadini, che apprezzano l'opportunità di fare qualcosa di fuori dall'ordinario o di rifarsi su un membro della comunità particolarmente odiato.
Le tipiche prove dell'ordalia includono:

Nuoto: Si tratta di gettare la strega nel più vicino ruscello, pozzo o stagno e vedere se rimane a galla. Chi galleggia è una strega; chi va a fondo è innocente, ma spesso annega comunque poiché i pochi spettatori non hanno né la volontà né l'iniziativa di tirarlo fuori.

Ordalia del Fuoco: Quest'ordalia richiede che il sospettato afferri una barra di ferro rovente e che la porti per venti passi. Se la conseguente bruciatura, dopo essere stata fasciata per una settimana, è guarita, allora il sospettato è una strega, se si aggrava allora è innocente.

Ordalia della Fede: In questa prova la "strega" è chiamato a recitare un classico catechismo contro la magia nera, che i sospettati sono autorizzati a sentire una volta prima di ripeterlo di nuovo. Se il sospettato fa il minimo errore nella pronuncia o mette una significativa pausa allora è colpevole. Molti villaggi affideranno l'apprendimento di questo catechismo al loro residente maschio più anziano, conosciuto come "La preuve des fees". Una traduzione approssimativa potrebbe essere:
"Siate disfatte legioni delle tenebre, e andatevene da questo luogo. Possano i nostri cuori essere audaci e che le nostre parole siano vere, e possiate non infastidirci mai più".

Svegliarsi e camminare: Questa prova è particolarmente favorita dalle autorità più "clementi", poiché è un po' meno crudele e sporca delle altre prove e delle torture. In sostanza la strega viene privata del sonno. È messa in una camera continuamente illuminata, chiusa in tal modo che non v'è nessuna differenza tra giorno e notte e lasciata legata alla costante presenza di guardie. Ogni volta che il sospetto fa cenno di addormentarsi le guardie (che fanno turni per poter lavorare pienamente) lo scuotono per svegliarlo o gli fanno un bagno con l'acqua fredda. Pochi sono in grado di sostenere questa prova per più di qualche giorno, quindi sono pronti a confessare qualsiasi cosa purché gli sia permesso finalmente di riposare in pace.